mercoledì 15 luglio 2015

Novena del Carmine, nono giorno


USA - 2012
La famiglia carmelitana

“Tutte le persone e gruppi istituzionali e non, che si ispirano alla regola di S. Alberto, alla sua tradizione e ai valori espressi nella spiritualità carmelitana, costituiscono oggi nella chiesa la Famiglia Carmelitana.

Tali siamo noi frati carmelitani e i nostri confratelli della riforma teresiana, le monache dell’uno e dell’altro ramo, le congregazioni religiose aggregate, i Terz’Ordini secolari, gli istituti secolari, gli associati all'Ordine, quei movimenti che, pur non facendone parte giuridica, cercano ispirazioni e sostengo dalla sua spiritualità, e parimenti ogni uomo e donna attratti dai valori vissuti nel Carmelo”.

Così le nostre costituzioni, in sintesi, esprimono l’appartenenza alla famiglia carmelitana: mediante l’adesione all'eredità spirituale dei carmelitani, mediante le varie forme di indossare lo scapolare, mediante l’adesione al patrimonio di valori del Carmelo. 


VATICANO - 1982
Santa Teresa d'Avila

WALLIS e FORTUNA - 2009
Quando l’Ordine Carmelitano si diffuse in occidente, i tanti che frequentavano chiese e monasteri, vollero spiritualmente condividere, come laici, la vita nel Carmelo e sentirsi in vario modo aggregati all'Ordine Carmelitano. Tra i primi furono quanti collaboravano alla vita e alla gestione del monastero o donavano i loro beni per l’edificazione o sostentamento di chiese e monasteri; quanti partecipavano alla preghiera e ricevevano nutrimento spirituale di vita nel Carmelo. 



Il fenomeno dell’aggregazione dei laici (uomini e donne, singoli e gruppi), apparve nell’Ordine del Carmelo nella seconda metà del secolo XIII. 


In questo tempo l’Ordine Carmelitano si divise in vari gruppi:

I frati: sacerdoti, religiosi non chierici e i frati laici che attendevano ai vari servizi della chiesa e del convento.


Le oblate, donne che vivevano la loro vita nella preghiera, nella meditazione e nello spirito del Carmelo. Subito dopo venne per loro la professione dei voti religiosi e successivamente la vita di clausura in un monasteri. In contemplazione e isolate dal mondo.

Dopo sono state associate le terziarie consacrate, celibi e nubili, a queste si unirono i mantellati, uomini che indossavano il mantello bianco quale forma di aggregazione all'Ordine.


VATICANO - 1994
Madonna in Trono

Nel secolo XVI si ebbe questo quadro della famiglia carmelitana: religiosi, monache, donne appartenenti al Terz'Ordine Carmelitano, confratelli dal mantello bianco e iniziarono a sorgere anche le prime confraternite dello scapolare. 


Una nuova evoluzione si ebbe nell'aggregare uomini e donne nel Terz'Ordine e con il sorgere delle confraternite dello scapolare, che ebbero una notevole diffusione. In questa delineazione si ebbe un forte movimento della vita carmelitana, specie con l’erezioni di confraternite aggregate alla chiesa carmelitana o aventi una loro chiesa e una loro vita spirituale di preghiera e di carità sociale: l’attenzione ai poveri e il seppellire i morti, specie nelle pestilenze, di qui le loro cappelle funerarie. 

GUYANA - 1968
Cristo di S. Giovanni della Croce
(Dalì)


Più importante di tutto, 
in questo contesto storico, 
è il vivere la spiritualità carmelitana: 
vita interiore nell'essere in Dio
conformità a Cristo Signore
 avendo la Madonna come modello di vita in Cristo, 
rivestirsi dello scapolare
come rivestirsi delle virtù di Maria, 
la preghiera
l’ascolto di Dio
l’attenzione premurosa agli altri
nelle varie forme di carità.



Disegno di San Giovanni della Croce

La partecipazione al carisma carmelitano pone, ieri come oggi, la questione dell’autonomia dei singoli gruppi che formano la famiglia carmelitana, che essendo tale, pur nell'autonomia giuridica, ecclesiale, nella distinzione, non possono non avere una unione nell'impegno comune, nella responsabilità ecclesiale, nella cooperazione e collaborazione complementare, tra i vari membri della famiglia del Carmelo. Una comunione che non significa uniformità; ma nel rispetto della pluralità esprima armonia ecclesiale e non contrapposizione. Di questa comunione ecclesiale e di unione nello spirito del Carmelo, i sacerdoti religiosi, il Terz'Ordine, le confraternite, devono dare testimonianza, come forma di evangelizzazione, facendo proprie le parole di Cristo Signore:

”Perché vedano le vostre buone opere e rendano gloria al Padre che è nei cieli”. 

VATICANO - 1974
Cristo in Trono

Alla base di tutto vi sia la formazione alla parola di Dio e alla spiritualità carmelitana.

P. Anastasio Francesco Filieri O Carm


Nessun commento:

Posta un commento