giovedì 9 luglio 2015

Novena del Carmine, terzo giorno



SMOM - 2004
Visitazione
Visita di Maria ad Elisabetta

Verso Maria abbiamo un sentimento di amore verso di lei, come per una madre, perché dalla nascita a Betlemme e fin sotto la croce, Maria è stata attenta a condividere la sorte degli uomini. In Lei un istinto materno di attenzione e dedizione verso Cristo Gesù nel condividere la sua vita. Questa attenzione l’ha estesa a tutti noi. Ricordiamo quanto avvenuto in Cana di Galilea.

La sua premura verso le persone, la sua attenzione e dedizione, l’ha portata da sua cugina Elisabetta che attendeva la nascita di Giovanni, il precursore del Messia, a condividere il peso della sua attesa materna. Del gesto di Maria, della sua premura, la stessa Elisabetta ha avuto modo di apprezzare:”
A che debbo che la madre del mio Signore venga da me
”? 
Subito dopo Elisabetta ha esclamato:”Beata te perché hai creduto alle parole dell’angelo”. Parole che riflettevano il suo disagio nel trovarsi dinanzi a colei che si è fatta serva della parola di Dio, di fronte all'angelo Gabriele, l’inviato del Signore; la differenza di suo marito Zaccaria, che ha creduto impossibile che da lui, avanti negli anni, e da sua moglie sterile, potesse nascere il precursore del Messia. 
SMOM - 1993
Gesù e Giovanni Battista

Tutta gioia è stato l’incontro nel seno materno di Giovanni Battista e di Gesù, frutto del grembo di Elisabetta e di Maria.

Maria ha esultato di gioia nel Signore. Non ha risposto alla lode di Elisabetta e al suo complimentarsi per aver creduto alle parole dell’angelo; ma si è posta subito e solo a lodare il suo Signore. Quanto avvenuto in lei è solo opera del Signore suo Dio, di cui si è resa strumento, serva della sua parola. La lode non vuole riceverla per se; ma deve riconosciuta per il suo Signore, per quanto ha operato in lei, che ha espresso nel cantico delle meraviglie di Dio: il Magnificat. 

Nel suo cantico Maria non compone una sua lode al Signore Dio; ma lo riprende dai vari passi biblici, come grani di un rosario per comporre il suo cantico al Signore. Quel cantico con cui la identifichiamo nel Magnificat. 

Questo ci fa capire la familiarità che Maria aveva con la Parola, per cui all'annuncio dell’angelo, adusa ad ascoltare la parola di Dio e farla propria, ha esclamato:”Sono la serva del Signore, si faccia di me secondo la sua parola”.

VATICANO - 1992
Annunciazione
Il Magnificat è composto da tante strofe prese dai vati passi della sacra Scrittura. “L’anima mia magnifica il Signore” sono le parole che Anna, la madre del profeta Samuele pronunziò entrando nel tempio, per donare suo figlio al servizio del tempio di Dio; come aveva promesso al Signore, quando essendo sterile, lo aveva pregato:“se toglierai da me la vergogna di essere infeconda, ti consacrerò il frutto delle mie viscere, nel servizio al tempio del Signore. “Il mio spirito esulta in Dio mio salvatore” è preso da un passo di Isaia; mentre “santo è il suo nome” è un verso preso da un salmo. La parte finale del magnificat, con riferimento ad Abramo è preso dalla Genesi. La preghiera diventa parola di Dio composta per farla ritornare a lui nella lode.

In questa sintonia tra la parola di Dio fatta preghiera e Maria i carmelitani hanno visto il modello del vivere in Dio, del pregare, del servirsi della stessa parola di Dio, come risposta a Dio che parla e ci invita al suo ascolto.

Altrettanto dobbiamo fare noi. Dopo aver ascoltato attentamente la parola di Dio, come avviene nella messa, a Dio possiamo dire “Ascoltaci Signore”, come risposta a lui che ci ha parlato. Nella preghiera non possiamo divagare da quanto ci ha comunicato, come fanno i bambini verso la loro mamma, che nel dare i consigli al figlio perché si comporti bene, ha come risposta le sue richieste personali, disattendendo i consigli della mamma. 

Maria è stata costantemente in ascolto di Dio, per questo ci è maestra e modello. Poiché Maria ci è sorella e madre dobbiamo saper modulare il nostro rapporto con Dio sul suo modello. 

Ci dice la scrittura:”Se oggi ascolterete la voce del Signore, non vogliate indurire il vostro cuore e le vostre orecchie”. 

Il Signore ci renderà conto di ogni parola uscita dalla sua bocca e rimasta inascoltata.


P. Anastasio Francesco Filieri O Carm

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